Anna Shirley

Nata ad Halifax da due maestri elementari poi morti per Spagnola, Anna Shirley è un’orfanella di 13 anni che ha vissuto un’infanzia infelice tra orfanatrofi e famiglie adottive che la trattavano come una serva e che ha dovuto subire soprusi, maltrattamenti e violenze da parte degli adulti fin dai primi anni di vita.

Capelli rossi e occhi color della pioggia che si perdono in un mare di lentiggini, Anna è sempre riuscita a trovare un aspetto positivo anche nelle situazioni più difficili della vita e ad avere speranza negli altri, anche in coloro che l’hanno riufiutata e delusa. Per estraniarsi da un mondo pieno di sofferenze e disillusioni, la nostra protagonista si dedica alla lettura per scoprire i mondi inesplorati della fantasia e riprodurli nella realtà ed è forse questa sua caratteristica a renderla a volte irritabile e poco concreta.

L’essere orfana le causa non ben pochi problemi, soprattutto se si pensa alla piccolà comunità canadese conservatrice di fine Ottocento in cui vive: nonostante i cambiamenti e la modernità raggiunta, nel XIX secolo persisteva ancora la credenza che i bambini senza genitori fossero opera del diavolo e del peccato e pertanto indegni di essere considerati “normali” o di condividere la propria vita con il resto del mondo. In molte puntate della serie televisiva Anna viene etichettata come “strana”, “cattiva”, “malvagia”, “randagio” o “spazzatura” e perfino i bambini più piccoli, quando la vedono arrivare al picnic parrocchiale nel secondo episodio, iniziano ad apostrofarla con una cantilena: “Sei un’orfanella, vivevi tra i rifiuti, orfanella!”. L’accettazione di Anna nella comunità di Avonlea richiederà un lungo percorso, in cui la nostra protagonista dovrà dimostrare alle persone che anche un’orfana con un passato come il suo può fare la differenza.

Sebbene nell’orginale romanzo di Lucy Maud Montgomery questo aspetto non venga descritto, Anna ha un atteggiamento molto femminista che si ripercuote in ogni sua decisione e idea: ritiene che le ragazze possano fare le stesse cose che fanno i ragazzi e che ogni donna debba essere libera di scegliere il proprio destino e disapprova l’idea che una ragazza debba avere come unico scopo nella vita quello di diventare una brava moglie e madre. Marilla, non così all’avanguardia come Anna, inizierà però ben presto a pensare e ad agire come lei, anche se con minor fervore.

Anna, però, non riuscirà mai a cancellare del tutto le tracce del suo passato e improvvisi flashback la faranno ritornare indietro e rivivere nei pensieri i peggiori momenti della sua vita.